Abisso


"…In quell’abisso di felicità, in quell’ebbrezza che  s’era impossessata delle nostre anime, io mi era quasi dimenticato di me stessa. Non erano che due mesi che ci amavamo…"

"...la  nostra felicità non è finita, tu lo sai, tu senti al pari di me che un amore come il nostro non può finire che colla morte, ma saremo felici in altro modo, con altra misura, con altro prezzo. Non ti vedrò piú tutti i giorni, non saprò piú cosa tu fai a tutte le ore, non riceverò piú i tuoi fiori, non vedrò piú il tuo balcone, non sentirò piú la tua voce adorata, lo strascico del tuo abito, i tuoi passi, il tuo respiro; la mia povera  stanza resterà solitaria per lungo tempo, non echeggierà piú delle nostre grida; pure queste nostre gioie non ci saranno vietate interamente né  per sempre."

"Perché tu conosci la mia vita, tu hai letto nelle piú ascose profondità del mio cuore; io era degno di te, io lo sono ancora, io lo sarò sempre.
…Voleva dirti… Vi è negli affetti, come in tutto, un linguaggio convenzionale, delle frasi troppo ripetute perché abbiano ancora un valore, pure, come esprimersi diversamente? Voleva dirti che io morrei perdendoti. Lo sento in me, ne ho la certezza profonda, fredda, calma, incrollabile; e ciò forma la mia gioia: io sono dunque ben certo di non perderti che morendo. Non so se ti ho detto abbastanza che ti amo, come ti amo, sino a qual punto ti amo."

Libro: Fosca
Autore: Iginio Ugo Tarchetti

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